Il Comitato del Patrimonio Mondiale ha inserito il Parco Nazionale del Pollino tra le“Antiche Faggete Primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”.
Le faggete vetuste si trovano in 18 Paesi europei, oltre naturalmente all’Italia, e rappresentano un esempio eccezionale di foreste complesse, che offrono un ampio spettro di modelli ecologici e diversi tipi di faggi, in condizioni ambientali diverse.
Il faggio europeo ha resistito a ogni glaciazione dell’ultimo milione di anni, sopravvivendo a qualsiasi condizione climatica avversa, nella parte meridionale del continente europeo.
Dopo l’ultima Era Glaciale, il faggio ha cominciato a espandersi dalle zone del sud fino a ricoprire ampia parte del continente europeo.
Dal 2017, come richiesto dalle associazioni ambientaliste, anche le faggete vetuste del Pollino si aggiungono alle faggete italiane già inserite nel sito transnazionale del Patrimonio Unesco.
«Questo bene transnazionale – evidenzia in una nota l’Unesco – è indispensabile per la comprensione della storia e dell’evoluzione del gene Fagus, che, per la sua grande distribuzione nell’Emisfero Settentrionale e la sua importanza ecologica, riveste una rilevanza globale.
«E’ decisamente un momento magico quello che sta vivendo il Parco del Pollino – sottolinea il Presidente del Parco, Domenico Pappaterra – Nel giro di pochi anni prima l’ingresso nella Rete Geoparchi Unesco, successivamente la proclamazione quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità della Faggeta Vetusta di Cozzo Ferriero nel comune di Rotonda in Basilicata, poi la scoperta di Italus il Pino più vecchio d’Europa con i suoi 1230 anni e adesso l’ingresso nella prestigiosa famiglia Unesco della Fafggeta vetusta del Pollinello nel Comune di Castrovillari, in Calabria, incastonata in un contesto territoriale unico tra le cime del Pollino e del Dolcedorme vicina ai secolari esemplari di Pino Loricato». #visitpollino